Passeggiando per il centro cittadino di Ravenna, ci si imbatte in una struttura interessante: il mercato coperto.

Struttura duecentesca, dedicata già al mercato del pesce, subisce una trasformazione nei primi del settecento. Nel 1869 la struttura viene profondamente ristrutturata ma resta luogo di mercato per il pescato e mantiene la sua destinazione fino al 1915 quando viene abbattuta per rinascere come Mercato Generale Coperto nel 1922.

Nel 1984 viene restaurato e nel 2017 riqualificato. Ma nel 2019 prende la forma e la suddivisione attuale, che ne fanno un centro di aggregazione cittadino. Un luogo vivo e vitale che pullula di vita non solo commerciale ma anche culturale e ricreativa.

Storia diversa e molto più triste, per il Mercato Coperto di Perugia.

Struttura, quella perugina, molto più recente e molto più grande, circa 2800 metri quadrati : realizzata tra il 1930 ed il 1932 dall’ingegnere, capo del Comune, Giuseppe Grossi per liberare la piazza del Sopramuro, oggi piazza Matteotti, fino ad allora luogo di mercato e generare così una sorta di ampliamento della stessa piazza.

Un mercato, quello perugino, molto attivo fino agli anni ottanta del secolo scorso, poi in declino e sempre più in stato di abbandono. Fino a questo ultimo progetto di “riqualificazione” che vede il Comune di Perugia investire 5.750.000,00 euro, anche con il contributo di alcuni istituti di credito, per realizzare la ristrutturazione della struttura. Il problema è che il Mercato Coperto viene snaturato per essere affidato, praticamente in toto, ad una società riconducibile alla famiglia Guardicci, quelli di Eurochoccolate e proprio per realizzarci una “Città del cioccolato” con tanto di museo, fabbrica ed ovviamente cioccolateria. Ma c’è ne era bisogno? Servirà alla città?

Una struttura che sarebbe potuta diventare motore per la rinascita di un centro storico, quello perugino, oramai abbandonato e non attraente se non per il mordi e fuggi turistico.

Una struttura con potenzialità eccezionale ma che la politica ha devastato sia dal punto di vista architettonico che da quello della destinazione d’uso.

Insomma una brutta cattedrale, nel deserto del centro cittadino. Brutta grazie al restauro realizzato senza nemmeno rispettare le regole fondamentali dell’architettura, come la realizzazione dell’uscita asimmetrica della scala mobile sulla terrazza superiore che poi preclude la vista su Assisi.

Di contro Ravenna ed il suo Mercato Coperto: giudicate voi. Non servono altre altre parole.

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