La notizia era attesa ed è arrivata: a Venezia i posti letto destinati ai turisti hanno superato quelli per i residenti.
Infatti i residenti sono 49.304 mentre i posti letto delle strutture ricettive sono ad oggi 49.693. Questi i dati ufficiali rilasciati dal Comune e che quindi non prendono in considerazione gli affitti in nero e comunque non contano tutte quelle situazioni in cui non c’è una registrazione ufficiale.
Il clamore è stato alimentato da due associazioni di veneziani che fanno capo al sito Venessia.com e all’osservatorio civico Ocio, che da anni si battono per il diritto alla casa e per la limitazione dello sfruttamento selvaggio di Venezia e di tutti i suoi fragili tesori.
La notizia del sorpasso arriva a pochi giorni dalla 45esima sessione del Comitato del patrimonio mondiale Unesco, durante la quale si discuterà dell’inserimento di Venezia e la sua laguna tra i siti Patrimonio mondiale in pericolo a causa della “continua apertura di nuovi alberghi e la mancata regolamentazione delle locazioni brevi turistiche”, scrive l’osservatorio Ocio.
E, mentre assistiamo al batti e ribatti di disegni di legge, emendamenti (l’ultimo a luglio 2022 che limiterebbe a 120 giorni l’autorizzazione all’ospitalità per le strutture ricettive non professionali) e di prese di posizione, Venezia rischia sempre più di vedere per sempre snaturata profondamente la sua bellezza, la sua magia, la sua storia scritta dalle pietre e sulle pietre di calli e campielli, sui ponti e sui palazzi affacciati sul reticolo di canali.
Anche l’adozione di un biglietto d’ingresso alla laguna di 5 euro, messo nero su bianco dal 2018 dall’amministrazione comunale, considerate le enormi difficoltà di applicazione ad oggi è rimasto tra i provvedimenti al palo.
E mentre gli studenti, attraverso l’UDU (Unione degli Studenti) si sono mobilitati con un’assemblea nazionale a Milano il 16 e 17 settembre; visto che “in moltissime città del mondo si introducono forti limitazioni sugli affitti brevi, restringendo il numero massimo di notti” la proposta italiana non solo è una “misura spot che non risolve nulla” ma si aggiunge al “disastro sul Pnrr”: la mancata creazione da parte del governo di 7.500 posti per studenti nel 2022. In una lettera alla Commissione europea l’Udu ha criticato la modifica del Pnrr perché rischia di “favorire ulteriori speculazioni”.
Insomma ci stiamo trasformando in un popolo di camerieri con lo Stato pronto a svendere i nostri beni, a lasciarli devastare grazie alla logica cieca del profitto a tutti i costi, senza nessuna limitazione che garantisca il mantenimento degli standard di sicurezza per la salvaguardia dei monumenti e soprattutto infischiandosene degli abitanti intrappolati in una serie di attrazioni turistiche che stanno trasformando l’Italia in una enorme Disney-world.