Mentre Lampedusa è allo stremo per il numero impressionante di migranti che vi stanno sbarcando, complici il mare piatto e l’assenza di vento e di onde, il nostro Governo ha perso quel poco di bussola che sembrava mantenere.
Secondo Salvini le ondate di migranti sarebbero da paragonare a bordate di obice o lanci di missili verso il nostro territorio, tanto da rappresentare un vero e proprio “atto di guerra diretto al Governo, dietro c’è una regia”. Ma se c’è una regia chi sarebbe il regista? Chi avrebbe dichiarato guerra all’Italia ed al suo Governo attraverso l’invio in massa di disperati? Salvini non lo dice. Le cose sono due: o Salvini lo sa e ce lo nasconde (e sarebbe una mossa doppiamente perdente) o invece è frutto dell’ennesima sparata a zero. A voi la scelta.
La Meloni, dall'altra parte se la prende con l'Europa, che a suo dire ci avrebbe lasciati soli. Altra considerazione necessaria: ma la Meloni si ricorda chi sono stati i fautori dell'inasprimento delle regole della redistribuzione dei migranti all'interno dei vari Paesi dell'Unione? La risposta e che sono stati proprio i suoi amici di Višegrad. Sono loro che hanno spinto la UE alla decisione che ha stabilito che pagando una certa cifra per migrante nessuno stato sarebbe stato costretto a partecipare alla redistribuzione. E poi, c'è una ulteriore magagna tra Italia, da una parte, Germania e Francia dall'altra. E' da febbraio che l'Italia si rifiuta di riammettere da Germania e Francia i migranti che, provenienti dall'Italia ed essendo sfuggiti ai controlli, sono andati autonomamente ed illegalmente verso quegli Stati. Quindi Germania e Francia si sono decise a restituire pan per focaccia bloccando le redistribuzioni.
Ma in tutto questo c’è qualcosa che stride. Stiamo parlando di vite umane. Stiamo parlando di persone, soprattutto giovani, giovanissimi, moltissimi minori e tantissime ragazze e ragazzine: tutti con una storia personale alle spalle, una vita e tantissima sofferenza vissuta e tanta speranza. Cosa sperano questi uomini, queste donne? Un futuro, anche di poco, migliore, visto che da dove provengono per loro un futuro non ci sarebbe stato affatto.
Non sono mille, duemila o tremila migranti, bensì sono mille, duemila, tremila volti: uomini, donne e bambini, anziani e adolescenti rimasti soli, fermi ai confini della ricca e colta Europa, in attesa di essere ammessi a proseguire il proprio viaggio verso una nuova vita, sicuramente migliore di quella che si sono lasciati alle spalle. Persone umane così tanto determinare e pronte a tutto, da essere disposte a morire affogate tentando la traversata.
Parliamo di persone provate dalla guerra, dalla miseria, dalle violenze, dalla fatica e dai lutti, obbligate a scappare dalla proprie città distrutte per non morire. Persone quindi, non numeri.
E poi una notizia che restituisce speranza. Una storia accaduta a Lampedusa, un racconto che carezza il cuore: “Erano stremati, ma soprattutto affamati - racconta il vigile del fuoco Antonello Di Malta - uno di loro si è messo in ginocchio chiedendo da mangiare”. Di Malta ha rinunciato alla sua cena con amici, è rientrato a casa e, assieme alla madre, ha preparato una spaghettata. “Li ho fatti accomodare nella veranda di casa mia”, racconta Di Malta - e abbiamo cenato con loro. Avevano una fame pazzesca. Ma questa cosa la stanno facendo tutti, o quasi, i lampedusani. Perché tutti diamo una mano”. Di Malta, nonostante avesse una serata programmata già da un po’, non se l’è sentita, racconta, “di lasciarli senza mangiare”. “Mi hanno raccontato di essere originari del Burkina Faso, di essere partiti da Sfax e che hanno fatto un viaggio di quattro giorni”.
Questa è l’Italia bella, l’Italia di cui vogliamo parlare, l’Italia solidale che vince sull’Italia dell’odio, del rancore, dell’egoismo. In questa Italia, quella del pompiere, sicuramente si vive meglio, si vive in pace e fratellanza ed è in questa la terra dove dovremmo tutti vivere.