Fisco e Giustizia visti dai Liberali: con questo titolo si è svolta, ieri sera a Perugia, la seconda tappa del tour nazionale di Luigi Marattin ed Enrico Costa, deputati rispettivamente di Italia Viva e Azione. I due, già firmatari di una lettera rivolta ai due leader del Terzo Polo Carlo Calenda e Matteo Renzi, nella quale chiedevano loro di non continuare a dividere «il campo del riformismo liberale», provando a ricucire uno strappo che ha causato un «danno di immagine» e dalle «modalità traumatiche», si sono incontrati con un manipolo di vecchie glorie, si fa per dire, della politica locale e con “orfani” in cerca di una casa.
Costa ha attaccato frontalmente la magistratura che a suo dire terrebbe in ostaggio i procedimenti penali ingolfati “come in una autostrada piena di traffico” per portare avanti il lavoro a rilento e riuscendo ad avere, così, un controllo diretto degli amministratori, soprattutto locali, vittime delle azioni penali, che non verrebbero ricandidate nemmeno dai propri partiti, di fatto paralizzando lo Stato.
Costa ha anche presentato un libello, che ha creato con tutti i ritagli di stampa, sulle assoluzioni degli amministratori, per dimostrare l’infondatezza delle azioni penali nei loro confronti, guardandosi bene dall’analizzare a fondo le motivazioni delle assoluzioni (troppo spesso prescritte o generate da depenalizzazioni). Insomma una visione della Giustizia sui generis tanto quanto la posizione sul fisco di Marattin che ha esordito con una sorta di lectio magistralis sulle origini dei mali italici. Il garantismo è risaputo essere proprio di Marattin che aveva già affermato che i tre gradi di giudizio nella giustizia tributaria non si toccano e che “le rottamazioni sono più etiche, perché esigono comunque le tasse non pagate, abbuonando solo interessi e sanzioni. Ma il punto cruciale è sempre l’effettiva capacità del fisco di riscuotere” e che “l’Agenzia delle Entrate ha mostrato che nelle prime tre rottamazioni è stato incassato molto meno della metà del dovuto.
Questo perché dopo aver pagato la prima rata molti contribuenti scompaiono”.
Secondo il responsabile economico di Italia Viva, bisogna rendere il fisco “più semplice e leggero, dotandolo di tutti gli strumenti per rendere effettivo il recupero delle somme dovute”.
Insomma parole e concetti generici buoni per ogni campagna elettorale che si rispetti, campagna elettorale che sembra non finire mai. Questo incontro è stato venduto come occasione per mostrare quanto “il legame e le battaglie politiche trovino il proprio senso nella comunanza e nella vicinanza di valori con un approccio dialogante, liberale e garantista che offra ai cittadini una valida alternativa all’attuale bipopulismo e che consenta di non disperdere questo patrimonio di idee e di comune sentire”.
Insomma se tra Carlo Calenda e Matteo Renzi ormai la relazione appare più che finita, il Terzo polo invece sembra voler continuare ad esistere. Infatti sia alla Camera che Senato i gruppi si mantengono uniti, non avrebbero altrimenti i numeri e diventerebbero membri del misto perdendo anche parecchi soldi, che sia una unione per interesse e non per amore? Nei prossimi mesi scopriremo se i due riusciranno a creare una “Cosa” presentabile e che abbia una qualche chance di raccogliere consensi…