Inevitabilmente, tutti noi ci facciamo delle domande, del tipo: chi o cosa ci ha creati? Che c’era prima del big bang? Domande che di solito ci rivolgiamo l’uno all’altro durante le cene con gli amici, e soprattutto quando il vino è buono. Ma c’è una domanda che forse non abbiamo affrontato abbastanza seriamente: quale è il segreto per avere una vita felice?
Le risposte a questa domanda sono variegate. C’è chi sostiene che la dieta mediterranea sia la chiave, chi opta per quella vegana, chi trova la risposta nella meditazione, nell’attività fisica, nel lavoro che ci appassiona, o addirittura nei soldi. Ognuno sembra avere la sua ricetta magica.
Ma è possibile che nessuno si sia veramente impegnato a cercare l’ingrediente fondamentale da aggiungere alle nostre vite per renderle più felici? Quale è il filo conduttore, la cosa che, messa al denominatore comune delle nostre vite, può renderle migliori, più sane, più appaganti e, alla fine, più felici?
C’è qualcuno che ha intrapreso seriamente questa ricerca. Nel 1938, nell’ateneo di Harvard a Boston, è iniziato uno studio su 724 persone, composto da 268 studenti del secondo anno e 456 ragazzi dei sobborghi di Boston. Anno dopo anno, questi partecipanti sono stati sottoposti a verifiche mediche, questionari ed interviste. Per quasi 80 anni, i ricercatori hanno seguito attentamente le loro vite, con l’intento di scoprire cosa li avrebbe resi più sani e più felici.
Alla fine di questa lunga e accurata analisi, la risposta è emersa: l’amore. Le persone che hanno avuto relazioni di qualità nella loro vita sono invecchiate più sane e più felici. Forse sembra una scoperta ovvia, ma in un’epoca in cui l’80 per cento della generazione Y, i millennial, aspira a diventare ricca e un altro 50 per cento punta a diventare famosa, sembra che il messaggio sull’importanza delle relazioni sia stato spesso trascurato.
Mantenere relazioni positive in famiglia, con gli amici, sul posto di lavoro e nella comunità può essere impegnativo, e farlo per tutta la vita può richiedere uno sforzo costante. Non si può essere certi che la corsa mattutina prima della colazione vegana sia la risposta definitiva alla felicità, ma è possibile essere sicuri che mettendo amore nelle proprie relazioni, e nelle cose che facciamo, si possa ottenere una vita più sana e più felice.
Si potrebbe persino considerare l’amore come il miglior integratore vitaminico che possiamo prendere. È qualcosa di fisico, con effetti tangibili. Potremmo definire l’amore come l’“amotrone,” la particella salutare che produciamo quando amiamo, la particella della felicità.
Quindi, conserviamo l’amotrone e gli effetti positivi che ha su di noi. Siamo egoisti quando si tratta di stare meglio e di essere felici, quindi irradiamo amore e bombardiamoci di amotroni. E se non volete credere a me, e ai ricercatori di Harvard, credete al sommo poeta che chiuse la sua Divina Commedia con il verso: “L’amor che move il sole e l’altre stelle.”