Nella quiete serena dei nostri “Buon Natale” sussurrati, dove l’eco delle nostre voci si perde tra le pieghe di un tempo che sembra correre troppo in fretta, ci ritroviamo a chiederci: ma cosa stiamo davvero lasciando in eredità alle nuove generazioni? Non una semplice festa imbandita di luci e colori, ma un domani dai contorni incerti.

La voce dei Lake Street Dive si leva in un coro che non intona canti natalizi ma verità scomode. “Making Do” è il loro biglietto d’auguri, scritto con l’inchiostro della realtà e decorato con la malinconia del presente. Un caffè amaro, che non nasconde la sua qualità scadente, a causa delle temperature troppo alte in Kenya e Colombia, dietro a zuccheri e aromi artificiali, diventa simbolo di una Terra che si consuma sotto il peso dei nostri passi incerti.

E mentre formuliamo gli auguri, la nostra voce trema, conscia del paradosso: regaliamo un futuro incerto, avvolto in un fiocco di promesse non mantenute. “Killer waves e riots”, tifoni in corsa sfrenata come un contatore di kilowatt che non si arresta mai, sono i veri doni che lasciamo sotto l’albero delle nuove generazioni.

Gli eroi di un tempo sembrano oggi personaggi di una favola antica, eroi dalle mascelle squadrate e sorrisi abbaglianti che si perdono nell’orizzonte di un mondo troppo veloce per eroismi da fumetto. Ci chiediamo dove siano finiti, mentre il mondo frena bruscamente da sessanta a zero, e le pause di riflessione diventano sempre più rare.

E allora, cosa dire ai figli che ci guardano con occhi pieni di domande? Come spiegheremo il lascito di un mondo a metà, quando sapevamo che potevamo e dovevamo fare di più? L’angoscia ci stringe la gola, ma non possiamo permettere che si trasformi in rassegnazione. Perché il futuro richiede più di un semplice “arrangiarsi”, chiede una rivoluzione quotidiana, un impegno costante.

Così, ai ragazzi che oggi guardano al domani con una speranza che cerchiamo di alimentare, diciamo: Buon Natale. E con esso, il coraggio di raccogliere il testimone che con esitazione e speranza passiamo nelle loro mani. Il mondo che affrontano potrebbe essere un labirinto di sfide, ma è anche un mosaico di opportunità.

Il Natale, in questa nuova luce, diventa un momento di riflessione e di rinnovata promessa: non solo un giorno di festa, ma un impegno a lottare per un domani in cui il “fare di più” diventa la norma, non l’eccezione. E forse, in questa promessa, troveremo il vero spirito del Natale, un spirito non di consumismo, ma di condivisione, di coraggio e di rinnovato impegno per il mondo che vogliamo lasciare. Buon Natale, generazioni future, e che sia davvero un augurio di speranza.