Un paio di giorni fa il coup de theatre: dal cilindro dell’illusionista capo, la nostra Maggica Giorgia, è uscito un coniglio dalla forma di protocollo con l’Albania sulla gestione dei migranti. E’ stata magia pura.
La Maggica ha agito in gran segreto e tenuto all’oscuro tutti i suoi alleati che così, spiazzati per il sorpasso a destra, sono andati su tutte le furie.
Infatti lunedì 6 novembre la Maggica, il nostro presidente del Consiglio, ha annunciato la firma di un protocollo d’intesa tra il nostro Paese e l’Albania, proprio in materia di gestione dei flussi migratori, un’idea che sarebbe venuta durante una settimana di vacanza in Albania della nostra Giorgia. Infatti lei ci ha tenuto a dire che “altro che aperitivi” aveva avuto, bensì incontri proficui, degni di un vero statista. Intanto che affermava questi concetti dalle maniche della giacca da mago schizzava veleno verso i cronisti, categoria sempre più disprezzata quella dei giornalisti. Ma noi che c’entriamo con Giambruno, mi verrebbe da chiederle…
Comunque, tornando all’accordo, questo documento, 9 paginette che contengono 14 articoli, avrebbe validità di 5 anni, estensibili ad ulteriori 5, salvo un diritto di ripensamento da far valere sei mesi prima della scadenza. Poche pagine, meno possibili errori, pare che abbia imparato proprio questo la nostra Maggica al liceo linguistico Amerigo Vespucci di Roma.
Un accordo su questi temi andrebbe certamente condiviso con le Camere ed invece no, “non passerà per le Camere”: lo ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani: “È un trattato di collaborazione rafforzata tra Italia ed Albania in tema di immigrazione che è già previsto dagli accordi internazionali precedenti sottoscritti dai due Paesi”. Insomma sarebbe la formalizzazione di qualcosa già concordato e quindi non necessiterebbe di approvazione parlamentare. Alla faccia della democrazia, verrebbe da dire: e poi non sono esseri viventi?
E questo accordo assegna all’Italia, a proprie spese, la possibilità di utilizzare il porto di Shengjin e l’area di Gjader per realizzare, sotto la propria giurisdizione, due centri dove gestire l’ingresso, l’accoglienza temporanea, la trattazione delle domande d’asilo e l’eventuale rimpatrio dei migranti salvati in mare da navi italiane, con esclusione di quelli issati a bordo delle navi delle ONG.
Da indiscrezioni di stampa sembrerebbe che entro 90 giorni dall’entrata in vigore del protocollo l’Italia dovrà versare all’Albania 16 milioni e mezzo di euro a titolo forfettario (fonte Corriere della Sera). Mentre il costo complessivo, in 5 anni sarebbe di 82 milioni di euro (Fonte La Repubblica). Intanto l’Italia verserà 100 milioni di euro a titolo di garanzia per l’operazione oltre ad un fondo di circa 5 milioni di euro per il pagamento delle pensioni di circa 500 mila albanesi attualmente in Italia.
Su questo accordo tra premier, Giorgia Meloni per l’Italia ed Edi Rama per l’Albania, ha sollevato le fortissime perplessità, in primis la Schlein (PD) che lo ha definito così: “L’accordo Italia-Albania viola il diritto”.
Ovviamente a parte i fortissimi dubbi sulla violazione del diritto internazionale e sulla costituzionalità di una norma del genere, senza pensare al metodo col quale questo accordo è stato imposto, restano i dubbi sulla sua efficacia, sui suoi costi, se si pensa ai ricorsi dei migranti lì reclusi che dovrebbero essere scortati da due poliziotti, porti in Italia in un tribunale per decidere delle loro sorti e poi portati indietro sempre da due poliziotti. Ma poi presso quale tribunale? quale sarebbe il tribunale competente su quel tratto albanese? il più vicino? Roma? O dove? Anche se i costi per l’impiego delle forze armate per la sicurezza esterna dei centri sarebbe a carico dell’Albania, la sicurezza interna sarebbe a nostro carico, così come le spese di assistenza ospedaliera (farmaci, vaccini, attrezzature mediche), ma anche i soldi per mezzi, carburante e spese legali: insomma una valle di lacrime.
E tutto questo baraccone sarebbe utile al ricovero di 350 a 400 migranti, circa 30 mila all’anno visto che si calcola che dovrebbe bastare meno di un mese per l’identificazione e l’analisi della domanda di asilo di ogni migrante. In questi ultimi lustri, a volte, non sono bastati due anni. L’inaugurazione dei centri sarebbe prevista per maggio. Appena in tempo per la campagna elettorale per le europee ma troppo presto per cominciare a vedere i primi disastrosi problemi di gestione. La Maggica Giorgia sembra averle pensate tutte per evitare di svelare troppo presto i suoi trucchi teatrali. La speranza resta nelle mani dell’Europa che potrebbe non dichiarare ammissibili questi Guantanamo de noantri.