Troppi rigurgiti neri, troppe incertezze, titubanze, ammiccamenti e per ultimo tutte le falsità contenute nell’ultimo libro di Bruno Vespa, hanno costretto a riflettere su alcune questioni tra le quali l’antifascismo.
Essere antifascisti vuol dire non tanto e non solo essere contro quel complesso di fenomeni che chiamiamo fascismo, ma essere contro quello che il fascismo nega ed offende, e violentemente, impedisce di conseguire.
Essere antifascisti oggi è più che mai importante, infatti viviamo nuovamente in un periodo nel quale si torna, per esempio a negare il diritto allo sciopero, ad un salario dignitoso , ad una sanità universale e poi assistiamo e quindi ne siamo complici, se non ci ribelliamo, ad una nuova stagione di oscuramento dei valori umani.
Per questo dobbiamo volere fortemente una società libera e giusta, una società umana che distrugga le divisioni di classe, si, esistono ancora oggi, come sempre più forti sono tornati i discorsi sulla razza (camuffati, per esempio, da lotta all’immigrazione) e per ultimo, anche se non per importanza , metta la ricchezza, ora più che mai accentrata nelle mani di pochi, al servizio di tutti, attraverso un sistema fiscale proporzionale.
Essere antifascista vuol dire riconoscere all’uomo un valore supremo e quindi una fortissima responsabilità anche nei confronti degli altri uomini e soprattutto nei confronti degli altri animali e dell’ecosistema.
Essere antifascisti vuol dire mettere la ragione sopra tutte le cose e non tollerare che la si umilii a strumento di Stati, di Chiese, di Sette. Come ci si può ergere a rango di “popolo eletto” e poi massacrare 14.000 persone, per metà bambini e giovanissimi.
Ed allora essere antifascisti vuol dire riconoscere la nostra patria non dentro e dietro frontiere magari grazie all’uso di missili e cannoni. Essere antifascisti coincide col nostro mondo morale e con la patria di tutti gli uomini liberi.
Essere antifascisti significa contrapporre l’ottimismo alla ottusità della conservazione fascista.
Essere antifascisti vuol dire credere nella libertà , nella repubblica, nel socialismo attivo e militante.
L’antifascista è fervente in una fede positiva in un mondo nuovo fatto di dignità e autonomia della persona e di tutti i gruppi umani spontaneamente formati. Ma anche emancipazione della donna e dell’uomo da qualunque restrizione e gabbia che limiti i diritti di tutti siano essi affettivi o amorosi. Insomma un nuovo Umanesimo a tutto tondo.
Dopo 80 anni siamo tornati a vedere al governo un gruppo ( familiare e familistico) che sta comprimendo i diritti fondamentali in una forma moderna della reazione capitalistica, anzi ormai forma tipica di governo verso cui tende in tutti i paesi la classe dominante non appena senta minacciati i suoi privilegi.
I nostri governanti non riescono a rinnegare, a superare il fascismo poiché questo esprime la feroce volontà di difesa dei poteri e la conseguente capacità di perpetuare il potere.
Va da sé che, quindi l’antifascismo sia sinonimo di anticapitalismo. Non tanto per rinnegare un metodo di gestione quanto per i guasti che porta sempre quale conseguenza, ossia di sofferenze materiali e morali delle grandi masse oramai non più sempre nemmeno lavoratrici, il cui destino è il destino di tutti e con la constatata incapacità di una classe dirigente che non riesce neppure a sfamare i suoi servi.