Adesso basta! Con questo slogan ieri i lavoratori italiani e soprattutto quelli del centro Italia sono scesi in piazza. Lo sciopero generale proclamato e’ stato forzatamente declassato da un ministro dei Trasporti estremamente attivo nelle attività liberticide.

CGIL e UIL hanno guidato la protesta mentre la CISL si è astenuta passando, de facto, dalla parte del governo.

I sindacati esultano e parlano di altissima percentuale di partecipazione, ovviamente il ministro dei Trasporti Matteo Salvini sostiene che le adesioni sono state “poche”, in particolare nel settore dei trasporti, dove comunque proprio lui si è impuntato ed ha precettato il comparto permettendo quattro ore di astensione e non la giornata.

Come in una nota dei sindacati si parla di un’adesione intorno al 70% per il trasporto pubblico e quello ferroviario.

Comunque i sindacati parlano di “grande adesione” allo sciopero generale promosso da Cgil e Uil, con una “straordinaria partecipazione alle manifestazioni e ai presidi in tutto il Paese”.

In una nota, riportando i dati finora arrivati dai territori e dalle categorie, si parla di “adesioni medie di oltre il 70%” in alcune regioni nel Centro Italia. “Alta l’adesione anche nei settori che oggi si sono fermati a livello nazionale, Pubblico impiego, Scuola, Università, Ricerca, Poste e Trasporti. In quest’ultimo si registrano picchi del 100% nei porti, fino all’80% nella logistica, e del 70% nei trasporti pubblici e nel trasporto ferroviario, comparti sottoposti alla precettazione”.

La scossa al governo comunque ieri è arrivata nonostante i tentativi multipli di impedire la manifestazione e tutti tesi a limitarne la portata, per esempio non riconoscendo la mobilitazione come generale.

Altre mobilitazioni in arrivo contro tutte le mancanze e le storture messe in atto da questo esecutivo soprattutto per una manovra light tutta lacrime e sangue per i lavoratori. Il dito puntato da parte dei sindacati è certamente la manovra 2024 che il governo ha presentato all’esame del Parlamento. Ma le ragioni della protesta hanno origine più lontana e vanno indubbiamente ricondotte all’aumento del caro vita, all’inflazione che ha reso più complicato arrivare a fine mese non solo per famiglie e lavoratori. Il braccio di ferro è iniziato.