Mentre i trattoristi europei, emissari e rappresentanti di lobby potentissime, sfilano attraendo schiere di politici populisti in cerca dei voti per le prossime elezioni, i contadini stanno scomparendo nel silenzio.

Il fenomeno del Land Grabbing, l’accaparramento del suolo da parte di aziende medie e grandi ma anche multinazionali, è un fenomeno sempre più frequente, il piccolo sparisce per lasciar posto ad aziende sempre più grandi, dove il profitto è l’unica cosa che conta. Se ne sono accorte anche le associazioni malavitose, accorse al desco per partecipare al banchetto per la spartizione dei fondi europei tra i quali anche quelli PAC.

Questi trattoristi producono il 2% del PIL europeo ma drenano oltre il 20% dei sussidi, inquinando però moltissimo, un dato su tutti: oltre il 20% del CO2 prodotto in Europa è causato dalle emissioni di questo tipo di agricoltura e soprattutto dall’allevamento industriale e dalla sua filiera. E mentre questi trattoristi manifestano, per mantenere i loro benefici economici, i loro privilegi, solo ora lievemente messi in discussione dalla svolta verde che l’Europa vorrebbe imprimere al settore, i contadini, quelli veri, stanno scomparendo. In Europa il 3,1 % delle aziende agricole controlla il 52,2 % del suolo agricolo ed il fenomeno è in forte crescita, questo è l’accaparramento, il Land Grabbing.

Con i contadini, vere vittime di queste manifestazioni, sta sparendo la nostra dieta salutare. La visione dell’industria alimentare si sta espandendo e sta mettendo a rischio la nostra salute. Ai primi posti, nei consumi fatti nei supermercati, ci sono tutti i prodotti che fanno ingrassare e ce ne rendiamo conto dai resoconti della stessa Commissione europea che ha pubblicato statistiche impressionanti: nell’Ue il 16,5 per cento degli adulti è obeso e il 36,2 per cento è pre-obeso, il sovrappeso non patologico comunque mette a rischio di malattie metaboliche. La sindrome metabolica è una patologia che presenta un’incidenza del 20% nella popolazione italiana, percentuale che raddoppia nella fascia di età tra i 60 e i 69 anni. La patologia coinvolge diversi aspetti del metabolismo, tra cui l’obesità viscerale, la resistenza all’insulina, la dislipidemia e l’ipertensione. Tutti fenomeni fino a 60 anni fa quasi sconosciuti in Italia e nel resto del continente.

Ma quali sono i cibi “killer”? Le patatine fritte sono in testa alla classifica dei cibi che fanno ingrassare, poi ci sono le patate, dopo le carni conservate, i salumi che si dividono il podio ex equo con le bevande gassate e zuccherate, poi le carni rosse, e i cibi a base di farine raffinate, i cosiddetti dolciumi, poi il pane bianco, quello prodotto con farine 0 e 00.

Chiediamoci che cosa stiamo mangiando e corriamo ai ripari. Che cosa ci stanno proponendo oggi i nostri trattoristi e tutta la filiera industriale connessa? Dietro a tutto c’è certamente l’industria dell’allevamento e l’industria del latte. Se sicuramente non è giusto trattare in modo così disumano le cosiddette bestie, non è giusto trattare nemmeno così il genere umano dandogli da mangiare del cibo così scadente e così tossico.

Un esempio: comperare l’insalata in busta e già lavata e impacchettata in atmosfera modificata è quanto mai deleterio. Certo l’insalata dura più giorni, è comoda e pratica. C’è però da considerare che, quando in busta, perde ogni potere nutrizionale e soprattutto antiossidante. Perchè? La tecnologia dell’imbustamento la racchiude in assenza di ossigeno e l’insalata, che è ancora viva, utilizza i suoi antiossidanti per fare sopravvivere e li degrada lasciandoci sostanzialmente con acqua e fibre. Il lavaggio con il cloro, poi, ha ucciso tutti i microbi. I microbi sono necessari al nostro microbiota. In natura, in un terreno non inquinato da pesticidi, un solo centimetro cubo di terreno contiene 10 milioni di microbi. Poi non chiediamoci perché il 40% dei cittadini europei è carente di vitamina B12 nonostante consumi enormi quantità di carne.

Si potrebbe continuare nel fare esempi ma per il momento può bastare.

Ecco è questa la differenza tra il contadino, che cerca di produrre prodotti di qualità ad impatto limitato sull’ambiente ed il trattorista che se ne frega di tutto pur di fare profitti e protesta pure…