Scampo’ a vari attentati ed avvelenamenti. Anti corruzione, cosa scomoda visto che in Russia dilaga. Finalmente lo Zar Putin è riuscito a fermare il suo cuore definitivamente, durante una passeggiata nell’ora d’aria, una embolia o un aneurisma o qualcosa del genere… Difficile verificare dalla Siberia e soprattutto dall’interno di un carcere di massima sicurezza. Intanto monta il caso internazionale sulla sua morte e inizia il balletto per la restituzione del corpo. Nel coro planetario di condanna spunta l’assenza dalle voci della Lega: strano… nemmeno una voce bianca, nemmeno un eunuco leghista si è fatto sentire.
Alexei Navalny, nazionalista e rappresentante di un movimento trasversale ma che volge lo sguardo a destra, era a favore della riunione di vari territori tra i quali anche l’Ucraina con la Grande Madre.
Era l’unico personaggio in grado di polarizzare opposizione allo Zar Vladimir e per questo è stato ora punito. Erano anni che le barbefinte al servizio di Putin provavano a farlo fuori, l’ultima volta con il Novicok microperlato e messo nelle cuciture delle mutande e col sudore la vittima lo aveva sciolto e di era intossicato ma non era morto. Ora è stato più facile era a disposizione in una cella a 60 chilometri dal polo nord. E la sua morte serve da monito e promemoria per tutti quelli che pensano di alzare la testa.
Tra le migliaia di persone che si sono slanciate in ricostruzioni e commenti, c’è pure chi pensa o ventila che in Russia ci sia il comunismo, beh, è una barzelletta di quelle che non fanno ridere. Dalla perestroika in poi il mercato ed il capitale hanno sostituito e travolto tutto e tutti. In Russia c’è una sorta di speciale turbo capitalismo. Gli oligarchi, ricchissimi e potentissimi non sono altro che ex uomini di potere dei servizi o delle aziende statali che si sono appropriati dei beni e dei servizi prima della Stato, dell’Urss.
Navalny aveva osato aprire il vaso di Pandora della corruzione e aveva fatto vedere al mondo quello che era successo.
Riposi finalmente in pace. Nella speranza che si possa trovare qualcun altro che ne possa prendere il posto, magari non nazionalista e non di destra, visto che siamo in tema di auspici. Una voce scomoda serve in tutte le democrazie e soprattutto in queste democrature se non vere e proprie dittature.