Che questo Governo abbia sempre bisogno di stimolare nuove e vecchie paure e di trovare vecchi e nuovi nemici è oramai assodato. Ora tocca all’immigrazione.

D’altronde, la destra in Italia, non è sola ma in ottima compagnia in tutt’Europa e poi anche negli USA dove sull’immigrazione i Repubblicani con Trump ma anche i Dem di Biden non fanno sconti da anni.

Ed allora perché dovremmo stupirci se Giorgia Meloni vola in Egitto e stringe patti ed accordi di aiuto in cambio di promesse (comunque sempre storicamente disattese, quindi utili solo a quegli abbocconi dei suoi elettori) con il Governo egiziano senza almeno chiedere collaborazione sulla vicenda Regeni? Probabilmente li si sarebbe giocata la faccia perché al-Sisi non avrebbe mollato i nomi delle due barbe finte.

Intanto, il terrore collettivo, pompato da chi ci governa, sul fenomeno migratorio, ha portato ad una inesorabile riduzione dei canali e dei numeri degli ingressi regolari, senza riuscire a ridurre, però, l’effettiva presenza di quelli che così sono costretti nella clandestinità. Lo mette nero su bianco l’indice DEMIG, l’International Migration Institute di Amsterdam, che fa presente che dal 2008, dei 36 paesi appartenenti all’Ocse ben 32 hanno irrigidito le procedure di immigrazione legale: tra questi c’è l’Italia, seguita da Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti.

Ed a forza di insistere con proclami, strillare all’invasione, alla perdita di una identità culturale, tra l’altro oramai indefinita e quindi inesistente, anche le classi sociali solitamente più solidali hanno ceduto alla lusinga dell’individuazione del nemico ed anche loro lo hanno trovato nell’immigrato. I lavoratori nativi ora diffidano dei colleghi immigrati e li guardano con sospetto individuando in loro la responsabilità dei loro problemi. Infatti quando la paga è bassa, quando le tutele scompaiono, invece di lottare per i propri diritti magari tutti assieme, si preferisce ascoltare le sirene governative di questa destra populista e scagliarsi non contro il carnefice, l’affamatore o il suo protettore governante ma bensì verso l’anello più debole della catena, i colleghi arrivati da poco, gli immigrati.

La responsabilità di questo gran successo delle destre è però, almeno in parte imputabile, non alla loro “bravura” nel manipolare la realtà, almeno non del tutto: diamo a Cesare quel che è di Cesare. La responsabilità è da individuare, bensì, nel vuoto spinto della sinistra, nella cialtroneria, nel nullismo prodotto da questa sinistra litigiosa quanto inconcludente ed incapace fino ad oggi di tornare a parlare alle masse.

E così gli immigrati sono oramai visti come una minaccia “economica”, altri disoccupati coi quali dividere le briciole di salari da fame, magari ancora più disperati tanto da accettare condizioni di lavoro peggiori e salari più bassi e generando risentimento se non rabbia tra i colleghi locali, anche perché i nuovi lavoratori appena arrivati sono disposti a vivere in condizioni di sovraffollamento in appartamenti anche fatiscenti, di fatto “rovinando”anche il mercato immobiliare degli affitti.

Anzi la stessa sinistra (viene la nausea a definirla tale) cavalca gli stessi temi e si esprime ormai alla stessa maniera della destra tanto da inserire nei programmi elettorali temi che richiamano la difesa dell’italico lavoratore, di fatto servendo un assist alla destra che gongola e raschia consensi anche nelle roccaforti della sinistra fino a poco fa ritenute inespugnabili.

Ma veramente stiamo nel bel mezzo di una invasione barbarica? Veramente rischiamo per colpa dei migranti la nostra identità? Veramente si stanno prendendo quei pochi posti di lavoro rimasti liberi lasciando gli italiani in braghe di tela? Certamente no. I dati raccontano che i migranti si spostano dove c’è forte richiesta di manodopera soprattutto non specializzata. Dove le imprese chiedono braccia che non trovano. Infatti dove c’è immigrazione non aumenta mai la disoccupazione ed ora è proprio così, la Meloni lo ha dichiarato trionfale, tra l’altro solo due giorni fa.

Quindi tutta questa acredine, rabbia, odio pompati dai nostri governanti non si capisce a cosa servano se non a nascondere i loro insuccessi, a buttare la palla in tribuna, a confondere le acque ed avvantaggiarsi elettoralmente. Le regionali. Le amministrative ed a giugno le europee. Una volata infinita per una campagna all’ultimo immigrato. Ovviamente analizzando i dati scopriamo che le politiche di respingimento dei migranti, giustificate con l’intenzione di difendere le condizioni economiche dei lavoratori locali, non sono supportate dall’evidenza scientifica, ma tant’è.