Il governo Meloni soffia sulla paura, regala a piene mani insicurezza, lavorando sulla povertà come una colpa. Colpa di chi l’avrebbe generata prima di Lei e colpa di chi, in condizione di indigenza, colpevolmente non vorrebbe affrancarsene. Intanto distrugge lo Stato sociale, la Giustizia, la Sanità Pubblica, creando i presupposti per uno smarrimento generalizzato. Senza un progetto politico industriale, subisce, nascondendolo, un dramma, quello di 24 mesi di fila della paralisi della produzione industriale, tornata a valori del periodo pandemico.

In questa situazione la sinistra italiana deve ripensare il concetto di sicurezza. Walter Veltroni, in un recente articolo sul Corriere della Sera, si concentra principalmente sulla criminalità e la violenza fisica. Ma è una visione troppo ristretta, che rischia di far cadere nella trappola narrativa della destra.

La sicurezza oggi è molto più ampia. Parliamo di protezione dalla povertà, accesso alle cure mediche, stabilità lavorativa, tutela ambientale e difesa della privacy digitale. Sono tutte paure concrete che toccano soprattutto chi ha meno risorse e reti di supporto.

I dati raccontano una realtà interessante: la percezione del rischio criminale è in calo (23,3% nel 2022), tranne nelle grandi città dove sale al 42,5%. I furti diminuiscono, ma cresce drammaticamente la violenza sulle donne, soprattutto in ambito domestico.

Cosa può fare la sinistra? Servono proposte concrete, non slogan. Ad esempio:

 - Rafforzare il diritto alla casa    - Potenziare la sanità pubblica    - Introdurre sostegni economici contro la povertà    - Sviluppare politiche urbane a misura di persona    - Investire nella prevenzione dei rischi climatici     È tempo che la sinistra affronti tutte queste sfide con un approccio sistemico, abbandonando quella visione "vetusta" che l'ha paralizzata negli ultimi trent'anni. Solo così potrà dare risposte concrete alle reali insicurezze dei cittadini.