Dobbiamo proteggere la democrazia. In un periodo storico con quello attuale, in cui c’è in cantiere il progetto di demolire la democrazia, facendola passare per qualcosa di inutile, ridondante, lento, antieconomico e, addirittura, non rappresentativo, risulta urgente agire di converso.

Il progetto, tutto italiano, del premierato forte mina le basi della rappresentatività ed apre a sconvolgimenti illiberali. Se poi lo si affianca alle riforme in corso della Giustizia, della libertà di stampa e di quella di espressione del dissenso, allora si può facilmente comprendere l’imminenza di un pericolo enorme.

La democrazia non è perfetta. È lenta, talvolta frustrante, spesso inefficiente. Richiede compromessi che non accontentano pienamente nessuno. Eppure, proprio in queste sue apparenti debolezze risiede la sua forza più profonda.

I tempi lunghi della democrazia non sono un difetto, ma una necessaria garanzia. Il confronto tra idee diverse, il dibattito pubblico, la ricerca del consenso: sono processi che richiedono tempo, ma che proteggono la società da decisioni affrettate e potenzialmente dannose. La lentezza democratica è il prezzo che paghiamo per evitare l’arbitrarietà e l’improvvisazione, l’interesse particolare o, peggio, personale (Musk coi suoi conflitti di interesse enormi ne è proprio il miglior esempio).

Le imperfezioni della democrazia riflettono semplicemente l’imperfezione umana. Non esiste un sistema perfetto perché non esistono persone perfette. Ma la democrazia, a differenza di altri sistemi, incorpora questa consapevolezza nel suo funzionamento. Prevede meccanismi di autocorrezione, consente l’alternanza al potere, ammette l’errore come parte del processo.

Preservare la democrazia significa accettare che la via più breve non è sempre la migliore. Significa riconoscere che la perfezione è irraggiungibile, ma che il confronto continuo tra idee diverse può avvicinarci gradualmente a soluzioni migliori. Significa, soprattutto, comprendere che la dignità di ogni persona sta anche nella possibilità di contribuire, con la propria voce, alla costruzione del futuro comune. L’ alternativa è una democratura di transizione verso una dittatura in forma moderna e ancora indefinita ed inpredittibile. Non laviamocene le mani.